Il Comune
BASCAPE’ – Brevi cenni storici
i origine romana, secondo il materiale archeologico rinvenuto nel territorio, Bascapè, centro agricolo del Pavese orientale a destra del fiume Lambro, ha un nome che sembra vagamente motteggiatore. Si tratta invece di un nome dei più illustri, giacché è una contrazione di “ Basilica Petris “ , la chiesa segnalata in documenti che risalgono al Mille e dove avrebbero sostato tra l’altro pellegrini in viaggio verso Roma. La chiesa di Bascapè però non è dedicata a San Pietro come si dice bensì a San Michele; ciò fa ritenere che la sua “ dedicazione risalga ai tempi degli stanziamenti longobardi nel territorio pavese; si sa infatti che il re Grimoaldo ( 662 – 671) diede nuovo impulso al culto di quel santo che da Pavia si irradiò nel contado; e soprattutto è noto che le chiese dedicate a santi guerrieri – Miche, Giorgio, Martino ebbero origine longobarda e talora franca e furono legate a insediamenti militari. Pertanto è lecito ritenere che la chiesa e l’abitato, già romani, continuassero ad esistere nei secoli VI e VII “ ( Giacomo C. Bascapè ).
La deformazione del nome originario va ricercata nel dialetto lombardo medioevale. Come precisa E- Monaci “ molte furono le modificazioni del nome Basilica Petris : Baxilica, Barxilica o Baselica Petri ( sec. XII ) da cui Barsegapè o Basergapè ( 1148 – sec. XIII). Nel dialetto lombardo medioevale è frequente la trasformazione di Basilica in Basega. – Basegapei divenne anche, per deformazione nel vernacolo, Baxegapede e Bazagapè ( sec. XIII ) e più tardi Basgapè comunissimo dal sec. XVI in poi “.
Dopo lotte e distruzioni, ( nel 1159 Federico Barbarossa distrusse il castello per vendicarsi del feudatario Oldrato de Basilicapetri capitano di truppe Milanesi ) nel XIII secolo il paese ha un periodo di floridezza e la famiglia Bascapè, feudataria indiscussa, acquista sempre maggiore importanza soprattutto a Milano sia per le cariche politiche, sociali, ecclesiastiche che diversi suoi membri ricoprono, sia perché tra di loro vi sono molti uomini di pensiero e di cultura. – Basterà citare Pietro da Bascapè, autore nel 1274 di un poema in volgare. Il più importante personaggio però, di cui la famiglia Bascapè è stata giustamente orgogliosa, fu il Venerabile Carlo, vescovo di Novara. – Consacrato sacerdote da San Carlo Borromeo, nel 1593 il papa Clemente VIII lo consacrò vescovo di Novara. Da quel momento le sue opere di apostolato furono innumerevoli, così come i suoi scritti di storia, di teologia, di morale e di giurisprudenza. La causa per la sua beatificazione ( era morto il 6 ottobre 1615 ), predisposta nel 1626, fu interrotta per causa della pestilenza e ripresa poi nel 1952 e quindi nuovamente sospesa. E’ ora in corso presso la Sacra Congregazione per le cause dei Santi. Nel 1952 il cardinale Schuster commissionò allo scultore Cimnaghi una statua del Venerabile Carlo Bascapè poi collocata sulla facciata del Duomo di Milano.
Oggi le principali attività di Bascapè consistono nell’agricoltura: si coltivano cereali, riso, frumento ,e si alleva bestiame da latte, ma soprattutto gli abitanti di Bascapè si sono indirizzati con sempre maggior frequenza verso Milano che assorbe la maggior parte della manodopera locale. Sebbene per altri motivi quindi, i Bascaprini continuano a sentire l’antica attrazione della capitale lombarda come è accaduto nei secoli.
Nel 1962 Bascapè fu alla ribalta della cronaca perché vi precipitò l’aereo di Enrico Mattei presidente dell’ENI, durante un violento temporale.